Il posturologo ideale dovrebbe essere un medico specializzato in posturologia, l’unico professionista che può analizzare e condurre un trattamento a 360°, dalla diagnosi alla terapia.
In campo riabilitativo e rieducativo, però, altre figure professionali (come fisioterapisti, podologi, chinesiologi, massoterapisti) si trovano avvantaggiate.
Per questo motivo il lavoro del posturologo risulterà più efficace se svolto in team, in questo modo, dopo una diagnosi corretta, ogni professionista potrà dare il suo contributo in funzione della sua specificità. Con l’obiettivo comune di far star bene il paziente.
La collaborazione delle varie figure professionali deve seguire delle linee guida comuni.
La terapia posturologica prevede tre strategie diverse (approfondimento link):
applicazioni di ALPH, solette propriocettive, prismi posturali
Una terapia specifica necessita di uno professionista specifico.
Il dentista può applicare le ALPH. Si tratta di stimolazioni sensoriali che hanno il compito di ottimizzare il funzionamento del sistema posturale, questa terapia si discosta dalla tradizionale terapia meccanica dell’occlusione.
Il dentista posturologo deve trasmettere al paziente il messaggio che il trattamento alla bocca non ha lo scopo uno scopo estetico, ma funzionale. I denti non devono essere solo allineati ma devono garantire il funzionamento della articolazione temporo-mantibolare.
Nella visione posturologica, avere i denti storti è un sintomo, cioè che il sistema posturale fine è riuscito a compensare attraverso la posizione dei denti.
I denti non sono finiti li per caso, ma sono la risposta di un sistema che non funziona correttamente, come la sciatalgia, o le vertigini.
Concentrarsi solo sulla correzione dell’allineamento dei denti significa spostare il problema da un’altra parte del corpo o determinare i presupposti di una recidiva.
Una scelta appropriata sarebbe quella di integrare le pratiche ortodonziali con le stimolazioni posturologiche, affrontando prima la problematica con l’approccio posturologico il quale potrebbe da solo risolvere il problema.
L’optometrista può attuare la terapia posturologica attraverso le lenti prismatiche. Inoltre ha il compito fondamentale di garantire la corretta centratura delle lenti per chi è già portatore di occhiali.
Avere delle lenti non centrate o con un asse di astigmatismo sbagliato comporta problematiche posturologiche importanti.
Il podologo può creare solette plantari propriocettive, completamente diverse dai plantari biomeccanici le quali hanno un’azione prevalentemente meccanica e stimolano eccessivamente il sistema posturale al punto di non riuscire a codificare uno stimolo sensoriale adeguato.
Queste tre figure possono essere a loro volta specializzate in posturologia per cui, oltre alla somministrazione della terapia, possono decidere la “dose” attraverso una valutazione con test tonici e posturali, per un corretto trattamento, oppure lavorare in simbiosi con il posturologo, il quale avrebbe un ruolo di direzione delle varie.
Altre figure professionali possono specializzarsi in posturologia o lavorare in team con altri posturologi.
L’osteopata ha il compito di preparare il soggetto, cioè di renderlo permeabile alle successive correzioni propriocettive. Attraverso le manovre osteopatiche si possono eliminare i blocchi osseo-articolari che interferiscono con il sistema posturale e ne impediscono il corretto funzionamento.
Fisioterapista specializzato in posturologia può ricreare il corretto funzionamento dei riflessi posturali, meccanismi involontari che aiutano a riconoscere nuovamente la corretta posizione del corpo nello spazio.
Il dottore in scienze motorie (chinesiologo) specializzato in posturologia di preoccupa di ripristinare e consolidare gli schemi motori di base (riflessi arcaici) e il controllo motorio.